Una caldaia a condensazione è una caldaia ad acqua calda che sfrutta la condensa del vapore acqueo dei fumi di scarico. In questo modo si ha il recupero del calore latente di condensazione e di conseguenza più rendimento e maggiore efficienza energetica rispetto a una caldaia tradizionale.

Per saperne di più, puoi sempre leggere il nostro articolo sulla differenza tra caldaia tradizionale e caldaia a condensazione.

Specialmente in passato, però, i costruttori non prestavano particolare attenzione agli scarichi dei fumi.

È così che sono nate le diverse normative e deroghe sullo scarico della caldaia a condensazione.

Scarico caldaia a condensazione: normativa e deroghe

Dal 2013, con la Legge 90, tutti gli scarichi dei fumi della combustione devono avvenire al di sopra del tetto, in particolare 1 metro sopra il colmo (UNI 7129 2015).

In particolare, lo scarico a parete, situato subito sopra la caldaia o portato al muro, è consentito nei seguenti casi:

  • sostituzione con una caldaia a condensazione di una qualsiasi caldaia che già scaricava a parete (prima del 31 agosto 2013);
  • sostituzione con una caldaia a condensazione di una caldaia a camera aperta, a tiraggio naturale, che scaricava in una canna fumaria collettiva ramificata condominiale;
  • installazione in edifici storici o sottoposti a norme di tutela e dove non sono permessi comignoli a tetto;
  • impossibilità tecnica di andare a tetto con lo scarico fumi, asseverata da un professionista abilitato.

Dal 2014, inoltre, con il D.lgs 102, è possibile realizzare questo intervento anche per:

  • installazione di apparecchi a condensazione, nell’ambito di ristrutturazioni di impianti termici individuali già esistenti, siti in un condominio, qualora non siano già presenti: camini, canne fumarie o sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione con sbocco sopra il tetto dell’edificio, funzionali e idonei o comunque adeguabili all’applicazione dei suddetti generatori;
  • installazione di uno o più generatori ibridi compatti, composti almeno da una caldaia a condensazione a gas e da una pompa di calore, dotati di specifica certificazione di prodotto.

In ogni caso, a fine lavori, dovrai sempre richiedere la Dichiarazione di conformità dell’impianto installato!

Distanze delle canne fumarie dalle finestre degli altri condomini

Quando si parla di caldaie autonome a cui è concesso lo scarico a parete, i terminali di scarico fumi della canna fumaria dovranno essere posizionati in maniera da garantire le “aree di rispetto“.

In pratica, dovranno rispettare le distanze minime da finestre, balconi, terrazze, suolo e gronda previste dalla norma UNI 7129/08.

Dove scaricare l’acqua di condensa che produce la caldaia?

Questo piccolo dettaglio è un aspetto molto importante che, se trascurato, può causare molti problemi.

Come abbiamo già detto, per avere una efficienza maggiore, queste caldaie recuperano calore dai fumi della combustione. Raffreddando questi fumi il vapore acqueo contenuto nei fumi diventa acqua e di conseguenza quest’acqua prodotta dalla caldaia deve essere smaltita.

Le caldaie a condensazione producono, infatti, acqua acida con un PH di 3,5/4 a causa della presenza di anidride carbonica nei fumi di combustione del gas metano.

Perciò, dove smaltire correttamente l’acqua di condensa?

La norma UNI 7129 del 2015 nella sezione 5 descrive in maniera precisa i metodi che si possono utilizzare per smaltire correttamente l’acqua.

Innanzitutto, tutti gli apparecchi a condensazione devono essere sempre collegati all’impianto di scarico delle condense.

Inoltre, le soluzioni per smaltire l’acqua di condensa possono essere tre:

  • Scarico in acque reflue domestiche – significa convogliare l’acqua di condensa attraverso il collegamento a un sifone di un lavello cucina, per esempio. A patto che il materiale sia adatto a resistere ad acque acide.
  • Scarico in acque bianche – collegare lo scarico di condensa della caldaia a un pluviale che raccoglie le acque piovane. A patto che il materiale del pluviale sia adatto a resistere ad acque acide.
  • Scarico in pozzetto interrato – possibile solo per edifici isolati sprovvisti di rete fognaria per le acque reflue.

Nel caso in cui decidete di scaricare l’acqua di condensa attraverso le acque bianche (piovane) è consigliabile installare un neutralizzatore di condensa. Questo dispositivo serve per riportare il PH dell’acqua di condensa ad un valore di 5/6 in modo da rendere l’acqua non più acida e quindi non aggressiva.

Riassumendo, presta sempre attenzione alla manutenzione della tua caldaia e, soprattutto, allo smaltimento delle acque di condensa.

Richiedi una consulenza ai nostri professionisti per la manutenzione della tua caldaia a condenzazione.

Written by Biocalor