
Il puffer è un serbatoio di accumulo dell’energia termica: consente, infatti, di accumulare l’energia in eccesso prodotta da uno o più generatori di calore quando sono in funzione, restituendola quando sono spenti o inattivi.
Vediamo allora come funziona e quali sono i vantaggi.
Indice dei contenuti
Puffer: come funziona un serbatoio di accumulo
Un serbatoio di accumulo termico fornisce sia riscaldamento per l’ambiente sia acqua calda sanitaria, rendendola disponibile quando necessario grazie a un sistema di termoregolazione.
La sua funzione è simile a quella di un boiler, però con una sostanziale differenza: nel puffer l’acqua (o il fluido termovettore) è circolata in un circuito chiuso, mentre nel boiler l’acqua scaldata è usata per fini sanitari.
Generalmente è caratterizzato da un’alta capacità di isolamento, così da mantenere per il maggior tempo possibile l’energia termica accumulata al suo interno, senza che questa venga dissipata verso l’esterno. In questo modo, quando necessario, l’apparecchio può immettere acqua già riscaldata all’interno dell’impianto, accellerando il raggiungimento della temperatura desiderata.
La sua funzione principale è, infatti, quella di accumulare l’energia termica in eccesso, così da poterla riutilizzare quando serve e senza bisogno di riscaldarla ulteriormente.
I serbatoi di accumulo possono essere di due tipi, per quanto riguarda la serpentina interna in cui scorre il fluido che ha la funzione di riscaldare l’acqua:
- a serpentina normale – possiedono una serpentina con una superficie normale, e sono impiegati quando l’acqua calda viene prodotta da una caldaia. La temperatura del fluido scaldante è di circa 70-80°C;
- a superficie maggiorata – vengono usati quando l’acqua calda è prodotta con collettori solari in un impianto solare termico, oppure con pompe di calore: in entrambi i casi il fluido scaldante è disponibile a una temperatura più bassa, pari a 50-55°C.
Questo tipo di soluzione può essere infatti abbinata a diverse fonti di energia e di calore, tra cui: caldaie, pompe di calore e impianti solari termici. In base alla fonte scelta sarà possibile optare tra le due tipologie di serbatoi di accumulo.
Anche il volume del puffer deve essere scelto in funzione al tipo e alla potenza dell’impianto di riscaldamento utilizzato. Per questo motivo, le dimensioni variano da poche decine di litri fino a migliaia di litri, in base alla tipologia e alle caratteristiche dell’impianto, alle sue prestazioni e al livello del carico riscaldante.
Per capire meglio il funzionamento, immaginiamo di possedere una caldaia che produce e immagazzina acqua calda nel puffer, collegato all’impianto di riscaldamento. A questo punto, la caldaia deve solo aumentare la temperatura dell’acqua nel puffer, che si occupa di trasmettere l’acqua all’impianto.
In questo modo consuma molto meno e il circuito è sempre caldo, anche quando la caldaia è inattiva, riducendone gli avviamenti.
Puffer: vantaggi dell’accumulo termico
Una soluzione simile permette, per esempio, di ridurre i cicli di accensione e spegnimento di una caldaia, aumentando sensibilmente l’efficienza di un impianto e risparmiando fino al 50% sul combustibile.
Collegare un accumulatore termico all’impianto di riscaldamento consente perciò di ottenere una serie di vantaggi, come:
- maggiore resa, con la conseguente riduzione di consumi ed emissioni;
- maggiore capacità di contenere i picchi di richiesta termica;
- collegamento senza problemi con l’impianto solare termico;
- collegamento senza problemi con le caldaie a pellet, biomassa o legna;
- ottenere il Conto Termico insieme all’installazione del prodotto desiderato tra gli impianti incentivati dall’incentivo.
Se ti interessa questo argomento, potrebbe esserti utile conoscere quando collegare un puffer alla caldaia a pellet e come farlo!
Leave a Comment